“…La figura in bronzo dell’ermafrodito con sesso eretto, gli occhi bendati e le spalle che si allungano
in ali, plasmata da Antonio Di Rosa in “Il gioco dell’amorte”, è una delle figure più belle e più nuove
che siano state scolpite di questi anni. Ricorda il Pan del Tripode di Napoli. Ha qualche affinità con
l’ermafrodito di Augusto Perez. Ma ha un’ energia di scatto e di proiezione in avanti, come se volesse
inseminare il mondo nonostante quella falce assassina appesa sulla linea del suo incedere. Il movimento
arcuato del corpo sembra gonfiarsi nelle spalle/ali quasi fosse leva per un vento che viene da chi sa dove.
Piccoli tocchi di sensualità sono nella lingua e nel piccolo seno. Il sesso eretto sembra lama di aratro
destinata ad aprire la terra. Ma la giovinezza è bendata pesantemente e qui sembra rientrare il mito più
cupo della Magna Grecia col suo orrore di risonanza attuale. Questa figura che avanza così imperiosamente
erotica è indimenticabile almeno quanto quella del francese Ipoustéguy che sfondava una finestra nella
sua marcia…”
Dario Micacchi
“…Antonio Di Rosa esprime nella gaiezza di certi significati organici della scultura ciò che è proprio
nella natura di quest’arte che è vicina al fabbro ed a Vulcano, cioè all’essere e al dio; perché l’analisi
articolata dei suoi ricorsi continui alle suggestioni che vengono fuori da un insieme iconografico del suo
modo di storicizzare le evidenze dell’uomo e del mondo sono in pari tempo umane e mitologiche. Ma qui,
con lui, per mitologia non s’intende un fatto statico, acquisito cioè dalla tradizione storica portata nel
tempo, ma un battere continuo sul dramma senza fine che è vita stessa dell’umanità…”
Mario Maiorino
per Antonio ( la crisalide di casa Ruzza )
Una farfalla- dopo aver fatto un
Bagno in piscina-si posò ad asciugarsi sulla
Foglia di un’agave
Muovendo le ali restò impigliata in un aculeo
Disperata si agitò per giorni
Poi smise e aspettò che l’agave appassisse
Le foglie si piegarono alle quattro direzioni cardinali e
Al centro spuntò un bellissimo fiore sinuoso corpo di donna
La farfalla finalmente liberata le regalò le ali
Antonio per paura che volasse via le fasciò il torace e la testa
E quasi la trafisse con un aculeo lungo e possente che spuntò
Mirabile dal terreno
Ivo restò a guardare la scena dal porticato
L’acqua blù della piscina riflettè per sempre la sua immagine
Tra gli ulivi
PIUMALARGA / Sergio Zuccaro
…Sembra che le creature di Di Rosa acquistino consistenza nell’attimo dell’incontro,
nella corrispondenza affettiva di una risolta inquietudine. Esse si presentano perché chiamate,
rispondono con la loro presenza ad un appello che prende forma nel silenzio e nella rassegnazione
ordinaria, divenendo lo specchio delle nostre ansie, di emozioni dimenticate, sogni appartati, speranze disattese.
Savino Grassi
…Dalla nascita all’esecuzione delle sue opere, lo scultore è animato da un senso di pessimismo,
mai sopito, il tutto avvolto in un velo di solitudine; in un contesto silenzioso e un’atmosfera
tranquilla, vengono pensate e realizzate sculture misteriose e intrise di contrasti….La resa interpretativa
delle sculture oscilla tra un percorso istintivo e uno riflessivo sapientemente bilanciati dall’artista.
Indubbiamente c’è un’effettiva unità concettuale che denuncia un animo spontaneo, libero di esprimersi,
guidato da un’incredibile scrupolosità nella cura capillare dei dettagli.
Floriana Villano
“ …Di tutt’altra impostazione plastica risultano di Antonio Di Rosa le sculture in ferro
e resina “Il gioco dell’amorte” e “Prova d’equilibrio”, entrambe della metà degli anni ’80;
la tradizione della figurazione mediterranea nello slancio dell’itifallico ermafrodita o nella
vuota fissità dello sfingeo volto-maschera, è brutalmente spezzata, smembrata, ma armonicamente
ricomposta, da tripodi e cavalletti, vere e proprie protesi di un claudicante antropomorfismo.
Antonio Gasbarrini
Alchimia segnica e senso della razionalità avvolgono il mistero che si può notare nelle opere
di Antonio Di Rosa. Infatti lo sviluppo della struttura del triangolo avvolge e proietta dentro
la ragione la connessione di significato e di razionalità contro la variante della creatività e della forma. ….
Nicola Scontrino
…la mostra “ equilibri&contrasti” dello scultore Antonio Di Rosa mostra l’aspetto meno consolatorio
dell’esistenza umana che osserva, in modo pensoso, l’abisso sul quale si regge in un equilibrio precario,
Basta un attimo ed è il nulla che accoglie i pensieri frantumati contro l’imperscrutabile. Le sculture,
pensate in funzione del luogo espositivo, sono imponenti e rimandano alla volontà di indagare il mistero
attraverso una trasmutazione presa in prestito dal bozzolo delle farfalle che hanno la fortuna di morire
e rinascere sotto un’altra forma………
Tina Galante